sabato 4 giugno 2011

Marìot Kima featuring Unforgettable NAIL - VERA C. (1984)


E’ difficile recensire un’opera rimasta pressoché sconosciuta, un evento forse unico nel panorama italiano della musica autoprodotta nella prima metà degli anni ’80. Una creazione minuta ma concentrata, piena di fascino, frutto di ispirazioni convergenti e incrociate. Parliamo della scena della new wave romana negli anni 1981-1985. IL gruppo INNER NAIL si era ufficialmente sciolto nella sua formazione iniziale (Riccardo, Hermin, Marco) nel maggio 1984. Io già da un po’ giravo per i concerti degli altri gruppi con il desiderio di conoscerli come persone, entrare nel loro mondo, capire che cosa stessero facendo quelli che ritenevo, ma ancora non lo erano, miei compagni di viaggio, entrare in contatto con loro e realizzare quello che era sempre stato un mio sogno: creare un ambiente musicale a Roma dove i musicisti comunicassero tra loro, si scambiassero il loro attuale livello di maturità musicale, producessero musica e ... bellezza insieme.

INNER NAIL era stato una realtà molto chiusa, molto narcisistica, e anche se avevamo comunque fatto diversi concerti, quell'esperienza si stava saturando, forse proprio a causa dell’eccessiva intensità di energie, come fosse un recipiente a pressione, a un certo punto si comincia a disfare quell’intesa forte e tutto si sfalda, fino alla separazione, inevitabile.

Accanto a me restò Hermin, ancora motivata anche lei da un progetto musicale che ancora non aveva esaurito le sue potenzialità. Infatti da quel momento, l’energia si cominciò a distribuire e canalizzare verso altri artisti e musicisti che entravano in contatto con me. Come ho raccontato nei post precedenti, la soffitta di Ostia, in Via Casana, dove provavano Inner NAIL, diventò uno strano luogo di creatività musicale, e molti musicisti della scena romana si prestavano a lunghe jam session, improvvisazioni in cui nascevano dal nulla pezzi molto suggestivi, che rimasero assolutamente e inevitabilmente inediti. Di quasi tutte queste jam session, di cui molte veramente interessanti, conservo le registrazioni e prima o poi mi dedicherò a rimasterizzarle ed esporle on line. Musicisti dei gruppi VIDEOZONA, ILLOGICO, RADIO EATERS, INFLUENZA PRODS, PASSAGE FOUR, e poi altri personaggi fuori da ogni ambiente convenzionale ma con una precisa connotazione artistica entrarono in questo gorgo di creatività. In quello stesso periodo mi impegnavo in un lavoro molto più quadrato di questo così istintivo, irrazionale e surreale. Su quattro pezzi di mia composizione chiesi aiuto a diverse persone per modificarne il vestito e arricchirle in un modo imprevedibile. Quattro pezzi che avevano in comune uno stile ma molto diversi tra loro. TUNNEL un pezzo di stampo funky ma molto legato ad alcune ispirazioni sixty, tra il Bacharach di I SAY A LITTLE PRAYER ed Herp Albert di A TASTE OF HONEY, passando per KNOCK ON WOOD e infine sulla linea dei Simple Minds di NEW GOLD DREAM. SCHERZI un pezzo di ispirazione ska, parente di pezzi di Madness, Ultravox, Thomas Dolby e Lene Lovich. CIRCUS era un pezzo particolare nato da un mondo invisibile ed occulto, musicalmente vicino alle musiche di certi film muti di Charlie Chaplin ma in chiave del tutto sinistra e inquietante. Tra i quattro pezzi senz’altro quello più libero dai condizionamenti del genere musicale. Un pezzo di paradossi e inquetudini. DUBBIO NEL VUOTO era infine un pezzo molto drammatico e oscuro costruito su un giro armonico molto dissonante; una sorta di gospel "dark" con un lungo finale/session in forma di improvvisazione che risolveva il pezzo in chiave sperimentale, finale in cui i musicisti presenti nel pezzo si intrecciavano e superavano tra loro con il suono del loro strumento (violino, piano, melodica, e la stessa voce solista della corista). Musicalmente l’idea unificante doveva essere la presenza in tutti i quattro pezzi di una linea di violino, che Francesco Baldi (VIDEOZONA), costruì su ogni canzone. Inoltre una voce femminile differente in ogni pezzo; Marlène Sam, corista di colore, haitiana, cantò su TUNNEL; Hermin degli INNER NAIL rifece il coro su SCHERZI; Giovanna Gulinello, di Influenza prods insieme a Bruno De Angelis, e che aveva già collaborato in un 12” degli Spirocheta Pergoli (Fuzzi Bugsi Tumpa Il Bongo!), mi spedì da Torino una sequela di urletti e altri vagiti vocali che dopo un accurato studio montai su CIRCUS, in alcuni casi facendo scorrere il nastro al contrario; su DUBBIO NEL VUOTO invece cantò un’esperta/studiosa di musica medioevale ERNESTINA MIRA DI PAOLO, con la quale nello stesso periodo incidemmo un paio di bellissimi pezzi medioevali in cui era voce solista; la sua voce pulita entrò in quel pezzo dark e senza speranza come una lama che taglia le emozioni terrene e che rammenta il senso inevitabile del tempo che passa. Su CIRCUS costruisce un tessuto apparentemente invisibile (o non udibile) JEAN SYLVAIN BROCHU, uno strano chitarrista classico/sperimentale, col quale realizzai un mini demo-album italo/francese in collaborazione col pittore/poeta LUC FRANçOIS GRANIER; e oltre al violino di Baldi, suona il sax e la melodica Tonino Amendola, cantante e front man del gruppo degli ILLOGICO, altro gruppo new wave abbastanza noto a Roma negli anni ’80. Su DUBBIO NEL VUOTO, oltre alla Di Paolo, Baldi e Amendola, c’è un ospite particolare, David Petrosino, ex Lunar Sex, e dopo Sailor Free, Handala, personaggio preparato e di grande spessore; sul pezzo fa da backing vocal d’eccezione e suona il pianoforte a coda sul finale. C’è da dire che VERA C. fu realizzato per metà in proprio e per metà presso il Camelot Studio Di David Petrosino, che fu l’architetto del suono finale dei mixaggi delle basi. Le voci soliste e il missaggio finale furono di nuovo artigianali.

Infine non posso non accennare alla regia occulta che fu della persona che diede il nome a questa mini opera, VERA C., una ragazza uccisa nel 1932 a colpi di pistola da un uomo innamorato di lei, il quale a sua volta si tolse la vita, in piena stazione Termini, dopo mesi di autosegregazione e minacce, aveva finalmente trovato il coraggio di uscire di casa ed andare a prendere il treno per raggiungere il luogo di lavoro come maestra in una scuola di Mentana. Queste quattro canzoni, anche se non erano state scritte per lei e minimamente ispirate alla sua storia, sembrava volerle cantare lei stessa ed erano piene dello stesso pathos della sua storia. Francesca Romana

La Piazza, mia amica e grafica, si appassionò a quella vicenda e lavorò con passione alla grafica del demo/album e a tutte le attività che riguardavano la promozione (più etica che economica) del demo. VERA C. fu messa in scena il 4 maggio 1985 al Malafronte, come performance “Supporter” del concerto del gruppo INNER NAIL, di cui facevo anche parte. Di sfondo alla mia esibizione solista (con le basi registrate) una splendida proiezione di diapositive di Francesca Romana come a rivivere l’esperienza della realizzazione di VERA C., intrecciando le immagini dei partecipanti a una serie di immagini stilizzate forti ed evocative sull’aspetto esoterico del messaggio delle canzoni.





Quest’esperienza servì non solo a me. Ma a tutti gli altri gruppi romani, che entrarono in un'altra dimensione musicale, in cui i gruppi comunicavano tra loro, per fare musica, per approfondire la propria particolarità (perché ogni gruppo aveva un suo stile peculiare che lo distingueva dagli altri), ma mettendo il proprio talento a disposizione di una musica che cresceva come una creatura sempre nuova e originale.


Le canzoni

01 Tunnel

02 Scherzi

03 Circus

04 Dubbio Nel Vuoto


Mariot Kima featuring Unforgettable Nail - VERA C. (1984)


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