giovedì 29 gennaio 2009

Solitudine E Bellezza - Tapes 1981-86


Vi presento questa raccolta, con la quale intendo proporre un "assaggio" delle mie produzioni. In questo caso si tratta del "meglio" dei pezzi fabbricati negli anni dall'81 all'86. Difficile raccontare in breve quesl periodo che fu intensissimo per me, una vera full immersion nella musica e in quello che significava per me la musica in quel momento. Cioè tutto. La vita, la forza, la trasgressione. In questo periodo, che durò circa 5 anni l'evoluzione fu velocissima. Io venivo da una sorta di rock "acustico", con chitarra acustica e/o pianoforte. Sentii l'esigenza di una produzione più completa e scrissi una sorta di album completo (che per ovvi limiti di mezzi sarebbe stato su cassetta, a quei tempi "demo-tape") che si intitolava "Changing Places", 8 canzoni piuttosto intense. Un mix tra elettronica, punk, dark, rock e pop. Quando nacque il gruppo "Inner Nail" 3 di questi pezzi entrarono nel repertorio del gruppo. Il gruppo rappresentò uno sviluppo musicale più "oscuro", una sorta di garage-band, che invece di un garage utilizzava per le prove una .. "soffitta", da cui il nome di questo blog. Questa stessa soffitta vide gli sviluppi successivi e avvicendarsi numerosi personaggi di quel momento musicale romano, nonché altre figure che vivevano al confine tra musica ed altre forme d'arte, che fossero, pittura, grafica, poesia o altro. Di lì a poco e dopo lo scioglimento del gruppo, Inner Nail, nell'84, realizzai "Vera C" con il nome "Unforgettable Nail" per continuare il discorso iniziato con il gruppo ma aprirmi a nuove esperienze. Ne nacque una mini produzione di 4 pezzi a cui parteciparono diversi musicisti romani e non. Dopo diverse e interessanti, nonché bizzarre, collaborazioni anche "on stage", per le quali continuavo ad usare il nome "Inner Nail", a fine 1985 nacque il gruppo Latosegreto. Dall'album (sempre su demo-tape) "Doppio Senso" sono tratti alcuni brani. Finita anche l'esperienza di questo gruppo, anche a causa di vicende personali che mi costrinsero a mettere uno stop, rimasi da solo e incisi due raccolte, "Ego Esuberante" e "Unioni". La maggior parte dei pezzi erano dell'ultimo repertorio live di Latosegreto, mai incisi con il gruppo. Il repertorio era molto più leggero e di nuovo pop, rispondendo a una necessità fisiologica di tornare a un repertorio più "positivo" e meno "distruttivo", e lavorare ex novo sulla forma "Canzone" da cui d'altronde ero partito negli anni '70. Le mie evoluzioni del periodo sono abbastanza leggibili in questa raccolta, dove sono in accostamento repertori di taglio abbastanza differente, ma che riflettono comunque le mie varie nature e che spero comunque mettano alla fine in risalto la personalità che le ha ispirate, cioè la mia. Devo precisare di avere sempre messo al primo posto il cantare in italiano, di attingere innanzitutto alla musica italiana, ma di ricollegarmi anche pesantemente e comunque alle produzioni internazionali (inglesi, americane, francesi) senza soluzione di continuità, dando alla musica un linguaggio culturalmente aperto e non limitato.
Su alcuni di questi pezzi suonarono (oltre a me che suonavo basso, chitarre, tastiere e cantavo):
Francesco Baldi (violino); Tonino Amendola (sax), Bruno de Angelis (chitarra, basso), Flaviano Pizzardi (chitarra, tastiere); Jean Silvain Brochu (chitarra classica); e voci di Hermin F.T., Marlène Sam, Paola Chiapponi, Giovanna Gulinello, Leandro Marzullo.

Alcuni commenti sulle canzoni:

LAMPI: un pezzo molto importante per me, una specie di timone che mi ha trainato nelle esperienze musicali di quel periodo, anche se a conti fatti penso di aver fatto cose migliori. Il mio obiettivo era fare un pezzo in 7/8 ma che fosse anche quadrato e lineare. Penso alla fine di esserci riuscito.

ONA-DOCCIA: mi piacevano alcuni pezzi di Iron Maiden e Judas Priest, e pensai a un pezzo molto corrosivo e distorto. La doccia onanistica è l'inno un po' orgoglioso e sofferto di una persona che si sente rifiutata e lasciata.

DESIDERIO: è una riflessione su come sia difficile, in certi casi e in una relazione, esprimersi quando si prova un forte desiderio. E' un pezzo che sento molto mio non solo nel testo anche musicalmente perché appartiene a una vena compositiva mia e basta.

TUNNEL: la storia di chi non riesce ad uscire da una situazione (che sia droga o altri feticci, l'amore stesso può esserlo). Musicalmente forse fui influenzato da vecchie sonorità alla Herb Alpert, insieme al funky, a Simple Minds e simili. Insomma un intruglio.

SCHERZI: una lettura un po' ironica del sadismo che c'è a volte in certi rapporti, in cui la mancanza di sentimenti viene sostituito dal piacere di far soffrire. Musicalmente il pezzo è della stessa famiglia di "Lampi", ma il coro la fa da padrone, come a tifare per il carnefice mentre la vittima... canta!

CIRCUS: ne parlo meglio sulle curiosità. Versione "infernale", suoni e strumenti che evocano "anime dannate". Dal vivo più tardi avrei eseguito il pezzo con una base di solo pianoforte, con il ricordo a certi commenti dei film muti, forse più scarna ed efficace.

BAR: il contenuto è all'incirca il processo mentale di chi beve, e il quesito, si beve per riflettere, meditare o per dimenticare? Il pezzo doveva essere un funky veramente ossessivo. Ancora non so se ci sono riuscito.

TROUBADOUR: tra Burt Bacharach e la vecchia reclame del Fernet Branca. Coro sixty. Situazione ambigua in cui si sta con una persona che ci fa una testa così, mentre si vorrebbe stare all'altro tavolo con quello che si sta sbirciando...

SENSO: evocazione un po' dannunziana di una sensualità tutta e profondamente femminile. L'ambiente dà proprio l'idea di essere dentro la.... ecc ecc.

AVVENTO: qui invece c'è la celebrazione della bellezza maschile, in una visione ancestrale, folklorica, malinconica.

EGO ESUBERANTE: una sorta di bolero rock-pop. Un addio descritto con lucidità e una disperazione controllata e severa.

OSSERVA: un quadro di solitudine, da una finestra all'altra, la persona che è sola spia le finestre della casa di fronte, con la speranza di rubare a una coppia qualche momento di amore, come se vedesse un film. In realtà la coppia recita una sorta di finzione di fronte al mondo e si nasconde nei momenti difficili. Musicalmente pezzo un po' alla "Bette Davis Eyes".

FARFALLE: considero, senza immodestia, questa canzone, una vera poesia. Fredda, lunare, ma anche delicata e consolatoria.

VELO SUL VISO: una sorta di jazz-wave, una persona che cammina tra la folla e si sente estranea a tutto, i dettagli perdono significato e il suono del mondo diventa solo rumore.

CORRENDO: astraendo dalla storiella del pilota che esplode con la sua macchina da corsa, la metafora di affrontare la vita con la follia della velocità e viverla con il brivido del rischio e la sensazione estrema di vita-morte. Potrebbe significare tutto quello che ci si vuole leggere.

BRUMAIO: nell'idea iniziale il pezzo doveva rappresentare il mare, e tutte le emozioni che catalizza. Una sorta di catarsi del dolore, la grandezza e la potenza di perdersi nell'orizzonte. Un mare autunnale, per questo il nome del pezzo. Poi il pezzo è diventato un'altra cosa, ma spesso succede.

IMMAGINE RIFLESSA: il pezzo evocava un po' un'idea della Marianne Faithfull anni '60 (Morning Sun), e le produzioni della 4AD. Una delicatissima definizione della bellezza.

NAVIGAZIONE: un pezzo totalmente lunare, nel quale l'impeto e i bollori della passione sono trasfigurati e stilizzati in una atmosfera fredda e notturna.

ANDREJ VOBLICH: desiderio di libertà, di fuggire, di rifiutare ogni imposizione. Questa è la storia di Andrej, a volte è necessario staccarsi da tutto perché la cosa che fa più soffrire sono proprio i legami. La musica evoca qualcosa di medioevale ma in chiave new-wave.


Mi scuso con tutti per la qualità del suono che non è sempre buona. Vi consiglio eventualmente di giocare con l'Equalizzazione per avere un suono migliore.


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Per presentare il cd-raccolta propongo l'allegato commento/racconto al cd. Il Cd si può scaricare utilizzando i link riportati sopra. Si sconsiglia a chi non avesse mai ascoltato o apprezzato cose del tipo Joy Division o almeno Talking Heads.



Curiosità : Lampi (1981) : nacque come una pretesa (un po' allucinogena per la verità) di scrivere in una sola canzone la mia biografia (peraltro in 7/8, tempo piuttosto ostico) e con tale pezzo io e altri due (uno e una) collaboratori del tempo cercammo per un anno dei complici al progetto di un gruppo tanto numeroso quanto improbabile, tanto da decidere alla fine di quell'anno (dopo aver incontrato attraverso degli annunci veramente di tutto) di andare avanti da soli. Desiderio (1981), nata come una canzoncina riempitivo (il testo lo scrissi nel parco del castello Sforzesco di Milano) per un progetto ai miei occhi gravido di episodi molto più rilevanti (Changing Places), diventò invece mio malgrado una sorta di "hit" all'interno del repertorio del mio gruppo del tempo (con tanto di richieste del pubblico). Ona-Doccia (1981) nacque in una desolata stanza di una scuola di Avellino in un giorno in cui se ben ricordo in un sonnellino pomeridiano ebbi un incubo di quelli terribili in cui volavo per quella stessa stanza senza riuscire più a fermarmi e poiché mi lamentavo vistosamente nel sonno fui svegliato da qualche soccorritore ivi presente. Scherzi (1982) non ricordo bene dove e come nacque ma sovvengo che in quel periodo frequentavo una persona molto carina che "giocherellava..." con me ... Tunnel (1983) nacque intorno a quel convesso giro di accordi di pianoforte e mi affascinava questa sua ascendenza inafferrabile tra jazz, soul, funky e forse anche un po' di pop opera anni 70, ricordo la divertente registrazione a domicilio della voce di Marlène Sam, una mia amica di Haiti, in un appartamento all'Aventino, e le sue risate perché era la prima volta che registrava con cuffia e microfono. Circus (1983) : mi soddisfece di aver scritto una buona metafora sull'autolesionismo, il coraggio e l’incoscienza, e il sadismo, senonché nell'attimo di metterci su una melodia e una musica intervenne un qualcuno (una qualche specie di ... "diavoletto") a fare di questo pezzo un qualcosa che mi lasciò un po' inquietato (e anche a dire il vero un poco impauritello) ma affascinato senza mai più riuscire (ma forse anche volere) cantarla come la prima volta che la (sempre che fossi io quello) composi. Avvento (1984) : nacque sentendo da lontano delle zampogne, musica lenta, sontuosa, italianamente etnica, rituale, a celebrazione della bellezza giovanile e maschile. Bar (1981) : nacque realmente in un bel bar di Cividale del Friuli e risentì poi nell'allestimento musicale delle influenze forti in me in quel periodo delle passioni funky un po' sperimentaloidi di David Byrne e Brian Eno (ma ci vorrebbe qui una bella voce "negra" il mio "eterno" rimpianto musicale). Troubadour (1985) : tra i due che si guardano e risbirciano in questo "caffè" da un tavolo all’altro risaltano i due non protagonisti, cioè le due persone che sedevano al tavolo con entrambi i due : possibile che non si erano accorti proprio di niente? Il nome della canzone fu carpito a un locale aperto in quel tempo a Ostia, del quale per la cronaca l'unica cosa veramente interessante era il nome. Senso (1984) : il testo già nell'intenzione carico di sensualità sommessa e di fascino retrò, lo scrivemmo io e Rossana Lunghi, senza a mio avviso riuscire ad essere banali malgrado tutte le prevedibili premesse. La canzone resta una delle mie preferite. Ego Esuberante (1986) : la canzone nacque con l'intenzione di donarla ai Clima uno dei gruppi che in quel periodo "bazzicavano" Roma (in quel periodo ebbi rapporti di collaborazione con molti altri gruppi romani) divenne invece l'emblema di una notevole svolta di repertorio che mi riportò alle prese con un pop sempre non molto "luminoso", ma più terreno e intimistico. Osserva (1986) : mi fa pensare che nella solitudine in fondo c'è un inganno di base, guardare a chi non è solo come se fosse veramente in compagnia. La canzone era un dono che volevo fare a Claudio Foré (mio amico di allora e anche mio coautore di alcune altre canzoni) affinché la incidesse in quel di Colonia (D) cosa che mai avvenne, né per questa né per le altre canzoni. Farfalle (1986) : un mio caro amico disse che voleva che questa canzone fosse suonata il giorno del suo funerale ... fortunatamente finora non è servita. Queste farfalle nacquero in principio in una versione musicale più solare che lasciò il posto con alcune modifiche a questa versione di una fredda malinconia cosmica. Evidentemente ancora non era il momento della solarità. Velo sul viso (1984) : questo bel pezzo con vaghe tinteggiature jazz ricordò a qualcuno il film Koyaanisqatsi (a me veramente no) per i contenuti del testo, comunque anche questo è uno dei miei pezzi prediletti. Correndo (1984) : nessun ricordo particolare, se non un'inconscia passione per il brivido della velocità (rimasta proprio nell’inconscio, perché malgrado il pessimo funzionamento preferisco i mezzi pubblici), solo che quando suonavamo questi pezzi con il gruppo Latosegreto la canzone "Ancella" era diventata "Ascella" e la frase di "Correndo" "pulsano i motori" era diventata "puzzano i motori" e così di questo passo... Brumaio (1986) : la canzone, anche se nacque in un uno dei miei momenti più drammatici, fu una delle mie creazioni più felici, tanto che ancora la Turci (Paola) non sa (o ha voluto dimenticare) che il suo unico successo discografico fu dovuto all'esistenza di questa canzone che ancora chiede ... giustizia. Immagine Riflessa (1984) : con essa canzone si ritorna indietro in un'aurea e tiepida intimità edonistica e narcisistica, ma insomma se non ce lo diciamo da soli chi ce lo dice che siamo belli? Di questa canzone ricordo che in un concerto dal vivo ero ubriachissimo e a un certo punto la dovetti suonare (l'autrice del testo la cantava e si irritò molto perché suonai praticamente un'altra canzone ... ma tanto che fà, nessuno la conosceva!) Navigazione (1984) : Jean Silvain Brochu che componeva sulla chitarra classica dei pezzi piuttosto strani mi propose di completare questo pezzo, che venne fuori freddo, argenteo, lunare e un po' emblematico. Con questo pezzo aprii un concerto del gruppo, entrando da solo e lanciando fiori al pubblico ... peccato che avevo sbagliato posto... mi dissero di tutto, e per tutta risposta poco dopo anch’io ... Andrej Voblich (1984) . Mi è sempre piaciuto questo pezzo, anche se rimase per molto tempo nel cassetto e lo ripresi quando ormai avevo cambiato genere. C'è tanta voglia di libertà, tanta forza e tanto ... est europeo.


SOLITUDINE E BELLEZZA

Marìot Kima


Lampi - Changing Places - 1981

Desiderio - Changing Places - 1981

Ona-Doccia - Changing Places - 1981

Tunnel - Vera C. - 1983

Scherzi - Vera C. - 1982

Circus - Vera C. - 1983

Bar - Changing Places - 1981

Troubadour - Doppio Senso - 1985

Senso - Doppio Senso - 1984

Avvento - Doppio Senso - 1984

Ego Esuberante - Ego Esuberante - 1986

Osserva - Ego Esuberante - 1986

Farfalle - Ego Esuberante - 1986

Velo sul viso - Doppio Senso - 1984

Correndo - Ego Esuberante - 1986

Brumaio - Unioni - 1986

Immagine riflessa - Provino - 1984

Navigazione - Brochu Chiapponi - 1984

Andrej Voblich - Unioni - 1984



nb: titolo canzone, raccolta da cui è tratto il pezzo, anno di composizione

2 commenti:

  1. Quanti ricordi !!!
    Un bel tuffo nel passato ...
    Di quel periodo ricordo bene che che faticavo a starti dietro nel commento visivo ai pezzi che proponevi nei concerti. Erano i primi abbozzi di concerti multimediali.
    Davvero Troubadour è un locale di Ostia?

    Francesca Romana

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  2. Il Troubadour era effettivamente a Ostia, non so perché gli avessero dato questo nome, comunque, a parte il nome che mi stuzzicò, non aveva nulla di particolare e chiuse i battenti in pochissimo tempo... Niente a che vedere col famoso tempio del rock in L.A.... Della tua partecipazione ai concerti, con il contributo multimediale che insieme ad altre cose era parte del mio orgoglio artistico, parlerò più approfonditamente in seguito. Grazie e a presto.

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